mercoledì 18 dicembre 2013

IL CANTICO DEI VINTI

Il cantico dei vinti racconta una realtà cruda: LA GUERRA DI GAZA. L'Oriente è messo a confronto e in contrapposizione all'Occidente e alla vita spensierata che, rispetto a quei luoghi disastrati dalla guerra, si può vivere nei paesi occidentali!!! Alla fine, però, tutti risultano VINTI: chi dalla guerra, chi dal caso, chi dall'indifferenza, chi per molti altri motivi. La natura stessa dell'uomo si rivela ingannatrice, tanto da non permettere altra scelta che l'essere dei vinti. La canzone si divide in tre parti: 1) PARTE PARLATA: racconta la "fortuna" dell'Occidente. Ogni strofa parlata porta esempi fortunati di vite occidentali di diverse parti del mondo, a partire dall'Italia, per arrivare all'America, alla Francia e alla Germania - ognuna di queste aree è riconoscibile dai nomi dei protagonisti e dai luoghi citati. 2) PARTE CANTATA: l'orrore e la sfortuna di chi vive nelle zone di guerra, soprattutto sulla striscia di Gaza, che in questa canzone è presa come esempio per eccellenza della guerra. In queste parti cantate sono sempre presenti un nome tipico palestinese e uno israeliano, così da dimostrare che entrambi, senza bisogno di prendere le parti di qualcuno, sono vittime e insieme causa di un'assurda guerra. Queste strofe, in contrapposizione alle prime, hanno bisogno di essere cantate, perché il canto assume il carattere della denuncia, del grido disperato, della critica; mentre nelle prime strofe il semplice parlare dell'Occidente ne simboleggia la spensieratezza e l'indifferenza...quasi come se, per gli occidentali, la guerra di Gaza fosse una cosa lontana, troppo lontana per preoccuparsene realmente.
3) RITORNELLO: è una denuncia più generica contro la guerra, che si rivela essere un cantico di vinti.




Il cantico dei Vinti 
(Dario Franco)

Marco e lucia, 5 e 6 anni, seduti su fontana di trevi per una fotografia
Lanciano monete nell'acqua, poi un sorriso, e via.
Giuseppe e Maria, seduti tra i banchi di scuola
Imparano la storia dai libri e i sogni dalla poesia.

Mentre Ismael a Israele impara a sparare coi mitra, e non sa perché
e aldilà del muro Ibraim è costretto a schivare le bombe che arrivano, e neanche lui sa perché

sul confine di Gaza, che separa Allah da Yaveh
non ci sono bambini che giocano e nessuno si chiede il perché
L’imbecillità umana di chi ha del mondo due grandi visioni
predica buone morali, poi crea odio e persecuzioni.


Michel e Jane, 15 anni, al Central Park, passeggiano per viali alberati
abbracciati e sicuri si amano già.
Mark e Judy, ad Harward, studiano legge e filosofia
progettano il loro futuro, un diritto promesso dalla democrazia.

Mentre Mohamed, a soli 20 anni è martire, per non dire che è morto, ma per chi? E perché?
Poco distante Mosè, non ha parchi né luoghi protetti, di sogni e progetti non sa averne più.

Perché l'intolleranza è figlia dell'ignoranza
e trascina le genti nell'oblio degli orrori.
Perchè le armi prendono il posto delle parole, gli idioti il posto dei saggi
mentre dall'alto si predica amore


Rit: La guerra è una scelta che permette solo vinti
la vittoria è solo un'illusione dei perdenti
e ti insegna i valori del nemico e della morte
e la tua vita resta stretta nelle mani della sorte.
La guerra è per l'uomo l'invenzione più atroce
che la brama di potere confonde con la pace
diamo voce a chi sul campo ha subito la pazzia
di questa guerra santa, questa umana follia.

Francoise e Nicole, 40 anni, mostrano ai figli le bellezze del Louvre
la torre Eiffel e molto di più
Franz e Dora, due nonni di Freiburg, viziano i propri nipoti
raccontano le favole e i ricordi di chi ha avuto fortuna.

Mentre Naila a Gaza cresce orfana, non ha piu genitori né nonni
morti in una guerra che non era loro
ed Ester che tra le bombe ha perso una gamba,
con un occhio solo vedrà, forse, la luce del sole.

Perché ogni giorno dei bambini muoiono
per una misera striscia di terra da conquistare?
Perché gli uomini non capiscono che è un'idiozia
questa guerra santa, questa umana follia?


Rit: La guerra.....

Un'umana follia, solo un'umana follia, portata avanti dall'idiozia.




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