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Goccia di pioggia

Cade, fino a schiantarsi,
a frantumarsi, minuta,
spinta a mischiarsi al mucchio,
una volta caduta, a lasciarsi
andare, impotente, perduta,
lungo i canali di scolo.

Rapida passa dal volo
alla terra e alle fogne.
Rapida giunge nel mare.
Ha il destino di andare,
tradita da mille menzogne
del cielo, che ride di gusto.

Non sa, non dice se è giusto,
ma cade la goccia, sfinita
e il cielo la guarda cadere,
la spinge anche un poco, se stenta
e l'una e poi l'altra, cadendo,
unendosi fanno tormenta,
poi torna il sereno, schiarendo.

(Dario Franco - 27/01/2018)


La morte (non) è

La morte non è distillazione,
che vede un corpo volatile
separato da uno che non vola.
Somiglia più a una parola
che non ha capacità di azione,
detta quasi senza intenzione.

Forse la morte è ebollizione,
che avviene immediatamente.
Si scompare in un solo colpo
e d'un tratto non rimane niente.

Della morte conosco solamente
l'impossibilità di vedermi
bollire, di sentirmi sparire.

(Dario Franco - 02/02/2016)




Quieta notte, cos'hai?

Quieta notte, cos'hai?
nella calma abitudine tua 
si insinua, stanotte, 
un tumulto inatteso.

Ho appreso dall'urlo del vento
la rabbia divina peggiore
che in poche briciole di ore
regala il tormento.

E l'uomo ritorna animale,
granello di vita nel tutto,
tremante respiro sofferto
che pesa, che scende, che sale.

(Dario Franco - 04/02/2016)





Che fai, piccolo uomo?


Che fai, piccolo uomo?
Nel Duomo ricerchi speranza?
La danza della tua ragione
comporta l'assenza del cielo.

Dimentica il velo d'azzurro
dipinto dal sole di giorno.
In punti di luce lontana
la notte profana traduce

gli dèi della tua fantasia.
Apprendi da questa lezione
che il giorno lucente t'inganna
e che nella notte sta il vero.

Un cero nel buio, per Dio,
illumina il vero, lo copre.
La luce si veste d'inganno
e il vero trascina all'oblio.

(Dario Franco - 23/02/2016)



Piove

Piove sulla strada sotto casa,
piove sulle auto parcheggiate;
le gocce lavano con violenza
l'indecenza delle anime dannate.

Piove sulle persone ingiuste
e la pioggia lava quei peccati;
piove anche sopra gli steccati,
addosso ai giusti e agli impiccati.

Piove sopra i tetti e sopra i monti,
piove a conti fatti su ogni cosa;
piove persino sopra quella rosa
cresciuta a stento dentro quel giardino.

Piove sopra il pino, lì sul monte,
l'acqua copre impronte nella terra,
forse le ha lasciate quel bassotto
che il vicino porta a passeggiare.

Piove sopra il mare e sul deserto,
piove sul cavallo che va a trotto,
piove su chi dorme allo scoperto,
sul suo stento, sul cartone rotto.

Una luce, un botto, uno spavento,
piove sul cammino del viandante,
piove sul camino che è fumante,
piove a volte piano a volte forte.

Piove sulla morte al cimitero,
l'acqua annaffia il pero, lo ravviva,
porta alla deriva molte cose,
gli uomini come i petali di rose.

(Dario Franco - 22/09/2016)



Insegna

Che poverette quelle menti illuse,
che son deluse e deludenti insieme.
Un seme sempre sopra un altro seme,
sementi miste fuse con la terra.

Afferra i semi dentro alle tue mani,
o Madre Terra, accogli le manine
di quei germogli pigri, però sani,
le mine sono tante per quei figli.

Piove,
è giunto il tempo di guardare il cielo,
appena il sole tornerà a scaldare.
Fra i mille fiori sorridenti e forti
ci sono i morti.

Ci sono pure fiori piccolini,
già stanchi per lo sforzo di spuntare
e che son soli, abbandonati, chini,
nessuno è lì per farli dissetare.

I figli sono figli, o Genitrice,
allatta tutti ai tuoi infiniti seni.
Di cibo ce n'è tanto, c'è per tutti
e l'equità di madre ti si addice.

Insegna,
l'imperativo è d'obbligo. Nel mondo
non c'è altra via di scampo che la scienza,
non c'è felicità se non la sola
conoscenza.

(Dario Franco - 13/05/2016)



Bestia vestita


Tutti i giorni, tutti,
scomposti in minuti, in istanti.
Son tanti, infiniti, costanti
scorrevoli o a scatti.

Il tempo relativo del mondo
per colui che è vivo e sente
non può essere oggettivo.
Tutto scorre soggettivamente.

Ecco il pendolo che oscilla,
come un'anguilla si dimena
in una scena che fa orrore
dal dolore alla noia alla pena.

Tutto punta, alla fine,
a ciò che ci si addice:
soltanto di istanti si vive
il senso d'esser felice

Ma madre natura, che è ostile
ha fatto un'insana promessa:
lo stile è non esser felici
per l'umana natura repressa.

Di questo danzare non resta
che l'alito amaro di vita
di questa creatura depressa,
bestia vestita.


(Dario Franco - 08/12/2015)





Piove ormai da mille anni

Piove ormai da mille anni
ed io ho vissuto costantemente
i danni di ogni goccia caduta,
vissuta pochi attimi intensi
con l'unico scopo del cadere.

Per milioni di giorni, di ore,
ho vissuto di sensi rinchiusi
tra i vetri di questa finestra,
confine tra il visto e il vero.
Ho vissuto davvero? Mi chiedo.

E la vita scolpita a scalpello
colpito a rintocchi, mai uguali,
si muove tra viali sviliti,
sbiaditi, ristretti, comuni,
e il vero trasuda profumi lontani.


(Dario Franco - 09/03/2016)



è tardi per volare

Figura solitaria, sacrificio
umano, artificio di una vita
che alla vita non somiglia, che pena!

Sei figlia dell'auspicio dell'eterno
materno inconsapevole destino
che di te si accorge appena. Auspicio
che la vita non finisca troppo presto.

Soltanto a te fu detto di restare, 
ad ammirare le lancette lentamente
scivolare, inesorabilmente,
e quell'atto di volere non fu tuo.

Adesso è tardi per andare, nessun
volo c'è più scritto nel destino.
Rimane solo il semplice cammino
di un corpicino esile, dormiente,
nell'inutile calore di un lettino.


(Dario Franco - 06/04/2016)




Grande Astro di fuoco

Grande astro di fuoco, 
tu che ti imponi in alto
di giorno, fino a sera

Tu che la notte nera
superi come in un gioco
ciclico, tempo eterno.

Tu che l'inferno scaldi
ai dannati danteschi;
tu che riscaldi i peschi
e ne permetti il fiore.

Nulla saresti, o Sole,
se non ci fosse il mondo.
Ad esso servi, in fondo,
perché ci sian le viole.


(Dario Franco - 23/01/2016)





Ci deve essere un bel niente

Ci deve essere in un lato,
in un posto, una distanza,
una stanza dentro a un prato,
un sostrato, una sostanza,
il composto di un qualcosa
che da cosa che sia cosa
faccia cosa che sia niente.

Ci deve essere un presente
in cui il tempo del futuro,
insicuro ed incoerente,
che sarà, ma che per ora
non è ancora e non è già.

Ci sarà quel che sarà,
ma verrà quel che sappiamo
che per la natura nostra
non conosceremo mai?

Non conosceremo mai
l'inatteso, nel presente,
di una cosa che da cosa
si trasformi in un bel niente.

(Dario Franco - 20/01/2016)




Il buio

Fa paura, il buio,
perché non si vede.
L'originario buio,
unico vero stato cromatico,
luogo ludico per la luce
che lo colora.
Il nero è l'origine,
tutto è successivo.
Oltre il buio c'è solo
l'essere trasgressivo
e non vero
del visibile.


(Dario Franco - 27/11/2015)




Il branco

Il branco, animale di velluto,
tessuto da un sarto tra i più vili,
intrecciando i fili più sciupati
che di treccia in treccia lavorando
si fanno nerboruti.

Bestia che dell'uomo ha le fattezze,
mostro fatto a chiazze scure e chiare,
che nasconde tante debolezze
e non è capace di parlare.

Guai se un filo si distacca e cade
stando alla mercede della folla
o di quella che da sola un giorno
ebbe intorno il branco per intero.

Cade il filo come cade il pero,
non perché maturo, ma se è marcio,
sfila quella treccia per intero,
cade in terra dove c'è più lercio.


Nulla conta il filo solitario,
ora che è precario e solo è vile.
Prima era nascosto dietro al branco,
ora resta solo la sua essenza
sottile.

(Dario Franco - 21/11/2015)




La nascita della tragedia

Questa vita è poesia
scritta da un corpo vivo,
è una triste e scontata agonia:
all'inizio un respiro e poi via
nel tempo troppo ripetitivo
e furtivo in cui sopravvivo.

è la nascita della tragedia
che di commedia è mascherata.
Apollo contro Dionisio:
la tragedia è cominciata.

Ma la maschera mi confonde
già mi inganna il suo sorriso.
Ora che ho scoperto il viso
e nulla più lo nasconde

il vero si è rivelato.
Troppo tardi, tempo scaduto,
è l'ultimo atto recitato,
in cui l'attore rimane muto.

Neanche più gioca con la rima.
Il regista grida "buona la prima"
buona per forza,è l'unica e sola,
inizia con il primo respiro, 
finisce senza una sola parola.

(Dario Franco - 15/01/2016)





Volo di gabbiano

Oggi ho visto, all'orizzonte,
uno stormo di gabbiani bianchi
volare basso e sfiorare il mare.

Il sole avevano di fronte.
Mi sembravano un po' stanchi,
ma continuavano a volare.

Cosa me ne faccio di quel volo?
Tutto resta inutile, superfluo,
eppure l'ho guardato a lungo.


(Dario Franco - 30/12/2015)



Il mangiafuoco

Chi non conosce il mangiafuoco
pensa che l'uomo sia solamente
un essere che vale meno di poco
che tanto vuole e che non può niente

Chi resta fermo lungo il confine
sul filo sottile del limite umano
chi lascia la mano vicino all'affine
si ferma, infine, di fronte all'arcano

Poi c'è chi lotta contro le mura
che cintano giorno per giorno la vita
la libertà sta  dentro l'abiura
contro le catene di questa vita

In pochi sorpassano questo confine
ridendo e lottando come in un gioco
uno di quelli più in là dell'affine
è il mangiafuoco


(Dario Franco - 17/12/2015)



Gli dèi mi fanno schifo

Gli dèi mi fanno schifo
e i loro servi pena
e la schifezza aumenta
col senso di grandezza
che si insinua in loro
che esistono appena.

Faccio quasi il tifo
per quelli che non capiscono.
Per quelli che non sanno
lo schifo resta tale
che lo percepiscono.


(Dario Franco - 25/12/2015)



Arrivederci

Buongiorno al mondo,
buongiorno alle vite.
Buongiorno anche alla vite
che fra poco fiorirà.

Arrivederci, forse,
a chi oggi morirà,
per rivederci dove?

Guardo fuori, piove
e le gocce già cadute
restano a terra mute
come chi muore.

(Dario Franco - 27/01/2016)




Correre come

Correre, correre via,
correre incessantemente.
è necessario correre.
Per andare dove?
Per andare e basta,
non "dove", ma "come".

Non si va in un posto
determinato e certo.
si va piano o veloce
a passo lento o svelto.
Bisogna andare sempre,
non per scappare.
La natura vuole
non fermarsi mai, andare.

La corsa è il luogo,
e il ritmo lo da il passo 
del tempo relativo
dell'oggi e dell'adesso.
Solo il tempo assoluto
che scandisce il nulla
dell'uomo che si culla
nel tutto della morte
nell'ultimo saluto
riporta l'uomo in quiete.

O voi che lo sapete
di quale sorte in vita
si viva, se si vive,
non vi fermate, andate,
correte a passo svelto
andate alle derive
abbiate sempre sete.
Vivete nell'adesso
perché per stare in quiete,
perché sia sempre inverno,
avrete tutto il tempo
del nulla, dell'eterno.


(Dario Franco - 27/12/2015)




Limbo

Trema la terra ogni tanto
di tanto in tanto tremante
per tanti conflitti, la guerra

Tremano i protagonisti
del tempo che campo, non vivo
dicesti: non temo, li ho visti

Tremi e nel tempo che vivi
si muore, si vive soltanto
di pianto, dell'acqua dei rivi

Tremate per l'aria soffiata 
dal vento che mi passa accanto
da queste parole che scrivo

Tremo e non tremo, la morte
l'aspetto, la temo, ma fremo
attendo da dietro la nebbia
il colpo veloce di un remo

(Dario Franco - 21/09/2015)



Fumo

Domini
sei inconsistente, eppure domini
li rendi impotenti
e sono milioni
e sono miliardi

Sei entrato nei polmoni
di un caldo, candido bianco,
passando tra i denti.
Ti sei depositato
e nero e freddo domini
anche dall'interno.

Di te domina soprattutto
la tua assenza,
il sentimento di non presenza
e l'animale senza senso
che non può star senza
ti cerca come cerca
Dio nell'incenso

(Dario Franco - 20/01/2016)



Lì fuori si vive e si muore.

Mi piace osservare la strada
mi piace pensare che viva
che muoia soltanto per finta
che sotto l'asfalto sorrida

Mi piace pensare che guardi
con gli occhi coperti da un velo
quei tanti misteri celati
tra i passi veloci e gli sguardi

Lei porta tra ciottoli scuri
le vie di una vita consueta
le mischia con altri diversi
che radi abbandonano i muri


Trasporta i minuti e le ore
di quelli che vanno lontano
di quelli che sanno che andando
lì fuori si vive e si muore

(Dario Franco - 25/10/2015)






Vitangelo

Avrò voglia di sapermi ignoto
come vuoto, un avatar in posa,
un qualcosa che non è me, né mio.

Potessi essere soltanto io
con il me che non conosco affatto
a un patto: che sia da solo in due.

Se solo avessi le parole tue
dall'eterna sola onnipotenza
che mi dona assenza, sogno vano

Avrò voglia di sentirmi umano
con di fronte una catena chiusa
una scienza illusa nella mano

(Dario Franco - 03/09/2015)






Del niente l'umano si nutre

Ti ho visto chiaro e lucente.
La lente lentamente mostra
le luci fredde e lente
del niente.

La vita ti ha voluto e muto
hai donato una parola, legge,
a chi dal nulla ti ha temuto:
l'umano.

Timore e amore e devozione,
tremore e fede e adorazione,
di parola il suddito del verbo
si nutre.

(Dario Franco - 26/10/2015)






Cenere

Cenere, grigia morte che uccide
silenziosamente e senza vita,
se di vita quasi erroneamente
si muore e quasi poi si sorride.

Cenere che vola nell'aria pura
che respiro e respirando sento
e non sento che il sentore muto
e sconosciuto di una vita dura.

Cenere che ero e che poi sarò 
ancora, dopo che di carne viva
sono adesso e non so poi quanto
mi rimane prima della deriva.

Cenere che lascia un corpo arso,
che è sparso ora sopra la scura
terra. Sembra si aspetti soltanto
che la pioggia porti via l'arsura.

(Dario Franco - 21/08/2015)





Parole sdrucciole


Sopra fogli un po' ruvidi
ci son frasi magnifiche,
di rancore son cariche
per denunciare.

Sottofondi di musiche
tra lumini di lucciole,
le parole un po' sdrucciole
da rimare.

Sono piccole briciole,
sono lacrime spicciole,
sono esili battiti
del parlare.

Ogni sillaba è intima,
rappresenta un po' l'anima,
conosciuta ma anonima,
da abbinare.

(Dario Franco - 12/06/2015)



La notte protegge, stanotte


Stanotte la scura penombra
silente mi cura la mente,
si cura di me dolcemente
e teneramente si spegne.

Protegge la notte le cagne
che vengono dalle campagne,
oppure da fetidi fogne,
le sfama la notte silente.

La notte nasconde, nell'ombra,
tra i tanti che tentano invano,
l'amante che afferra con mano
l'ebbrezza, la carne, l'istante.

(Dario Franco - 14/07/2015)



La larva offesa


Inconsueto il mio esistere.
Immaginare un canto devoto
dovuto alla voglia di essere.

Crescita di infante in bambino
e di bimbo che mescita le età
e le libertà con un bastoncino.

Pietà ho chiesto a chi mi osserva,
ch'è nessuno e nessuna risposta
da una larva possa dirsi data.

Che la stessa larva si sia offesa
per la metafora che è proposta
e per la risposta che è mancata.

(Dario Franco - 05/08/2015)






Il nulla non ha dignità


Mille volti mescolati
a stracci e legno,
marciti e appesantiti
dal sudore e dal sale.

Fuggono l'impossibile vivere,
chiedono solo di essere
riconosciuti uomini.
Per lo più invisibili,

trovano nell'esistere
l'unica impossibilità.
Le bestie li precedono
nel riconoscimento.

L'animale domestico
li deride e marchia
il territorio di nessuno
con un gesto di possesso.

Il cemento acquista dignità
più dell'anima povera
di chi, non esistendo,
spaventa.

(Dario Franco - 09/07/2015)



Gente fra la gente


Gente fra la gente, la fuori,
come miscugli di umori.
Si sente più poco che niente,
si mente con toni minori.

Scompare la gente se vive
di niente, di poco, di uno.
Si sente come alle derive,
un mare che bagna nessuno.

La gola seccata dal fuoco,
la fiamma divampa di dentro.
Un sisma che per epicentro
ha ali di vento, un gioco.

Rimane un anelito fioco
che è spinto verso l'estremo.
Resta soltanto uno scemo,
soltanto rimane per poco.

(Dario Franco - 15/08/2015)



Futurista


Tutto sommato sembra essere diverso
questo essere diverso.
Di-verso, come in poesia.
Un essere fatto di parole,
una vita in un verso.
Tende a scappare, vuole andare via,
cambia andatura, contro-verso,
perché è un essere controverso.
C'è una luna a metà stanotte,
che al-l'una di notte
si accorge di essere sola,
una,
una sola metà.
Nel mentre ruota la Terra,
sembra acquistare velocità
e il poeta ve-lo-cita un testo,
per parlare della Terra
e della luna nell'altra metà.
Vi mostra un titolo sull'indice
con l'indice,
mentre indossa gli occhiali
e leggendo ha agli occhi le ali.
Si legge "Piano o forte?
lezioni di piano
al vecchio forte"
Cosa c'entra? è l'età che così-detta,
la cosiddetta vecchiaia,
come una vecchia-aia abbandonata dai polli.
Infondo saggezza, in-fondo.
(in fondo a un pozzo ho trovato un cane pazzo).
Gioco, giovo,
liquido di mente, demente,
liquido come l'acqua del pozzo.
Pretendere, tendere avanti, pre-tendere
protendere, tendere davanti, pro-tendere.
Tutto è parola, logos, ?????, logia
psicologia, psico-logia
biologia, bio-logia
logica
Attraverso le parole
il non-essere diventa essere, esse, es-se, s
esistere, ex-sistĕre (stare fuori)
Con la parola esisto, e-sì-sto, sum
La parola è cogito, pensiero
(stare dentro).
Con la parola esisto.
Cogito, ergo sum.


(Dario Franco – 09/07/2015)


Cosa è cosa


Sento la parola cosa
da duemila anni almeno
chiedo cosa cosa sia.

Questo ignoto immenso,
indefinito, remoto,
mare in potenza pieno
e che in atto è vuoto.

L'uomo ci si tuffa a nuoto,
ma non sa dove cercare.

Ogni volta che si ferma,
ogni volta che riposa,
resta lì, a galleggiare, 
su ciò che in quel momento
è cosa.

(Dario Franco - 08/07/2015)


Ahi ahi ahi


Ahi ahi ahi
per questa vita
inutilmente
si addolora
chi non la vive
ahi ahi ahi
su quelle sponde
il fiume rosso
dà palpitando
colpi di morte
ahi ahi ahi
tutto finisce
in un burrone
troppo profondo
"Apri le porte"
ahi ahi ahi
si gioca, gioco,
vince la sorte.

(Dario Franco - 05/08/2015)


D'IO


Cercavo, cercavo
cercavo.
Infine, ho trovato.

In te ho visto la divinità,
guardando da vicino i tuoi occhi
e ciò che riflettevano.

(Dario Franco - 08/07/2015)








L'identico indefinito


Aspetto, come ogni giorno
che l'esistere assuma un senso
che non sia l'ovvietà.

Mi si disvela, intorno,
uno spettro funesto e denso
di precarietà.

Un urlo: "Addio"
alle intenzioni, al senso 
mio d'esistere,
alla parola, all'Io.

La massa informe e uguale
non concede definizione,
poiché l'identico
è indefinito.


(Dario Franco - 04/07/2015)





Una vita sola

Da lontano
mi sono visto scivolare
in un fosso.
Le mie unghie, disperate,
tentavano la presa
nel fangoso terriccio,
come avessi da vivere
ancora cento esistenze
lieti.
Mi sono rivelato
vinto
dalla precarietà
e la caduta mi ha ucciso
tante volte,
lasciandomi una vita sola
per risalire.
(Dario Franco - 15/05/2015)





Stupidità

Stupidità, regina dell'era
passata e presente, si era
e si è rimasti perdenti
nell'età dell'inutilità

dell'uomo che tenta e spera.
Questa corriera veloce
trascina una specie e urla
a gran voce che questa

è una burla, la vita.
Chi riesce ad amarla?
Stupidità, che vive correndo
viaggiando, pescando alle rive

dei fiumi quei pochi barlumi
che lasciano i fatui fuochi
di stelle lontane, già spente.
Già vive il passato, presente

apparente, che nulla ha lasciato
se non l'immagine futile
di una luce inutile e opaca
che uno schiavo ha pensato
esser vera.

(Dario Franco - 04/04/2015)








La notte

 Quando la sera scende, buia,
come chi ha chiuso gli occhi
per non guardare il mondo,
tutto tace e tutto si sente.

Niente di cui valga la pena
il giorno illumina all'uomo.
Tutto resta celato, protetto,
nell'inutilità dell'apparire.

Troppe cose vedono gli occhi
perché tutte siano reali
e son tante, troppe, le parole,
nomi, etichette verbali.

Ma la notte no, lei è diversa.
Vive dell'invisibile nero,
che tutto avvolge e cura.
Non c'è bisogno di vedere,

basta sentire. La notte svela,
tra le mille luci del giorno
quelle vere, che non mentono.
Le altre non hanno senso,
non si sentono.

(Dario Franco - 04/04/2015)







Terra straniera
 
Odori di umido, terra straniera,
immagine vera e non vera.
Non lasci allo sguardo distanza,
non lasci a te stessa
che l'umida terra bagnata.
Confessa,
dov'è che hai nascosto il tuo mare?

Dov'è l'orizzonte?
E qui mi rimane, di fronte,
l'oscura visione notturna
che dice 

di andare

(Dario Franco - 26/11/2014)







Il limite
 
Il Non,
amico del Forse,
lontano parente del Mai,
è la vana certezza
dell'impotenza presunta.
Concettualizza il limite.
STOP, accesso negato.

(Dario Franco - 11/03/2015)





L'animale



Si fa poesia
quotidiana.
Si descrivono aulici
sensi di bellezza,
sentimenti puri,
gentili, profondi.
Si usa l'acqua dolce,
da bere,
per tenere a bada il fuoco.

Tutto è commedia:
l'animale vince sulla bestia,
l'abito copre il nudo
corpo che arde.
E l'animale disprezza
la bestia
perché, senza pudore,
ride,
mentre l'incendio divampa.
Fuoco che non consuma.

(Dario Franco - 11/03/2015)  
 
 



 Parola

Segni vuoti, inesistenti.
Studiare, odiare, dire:
poiché resta la forma
e non la materia,
informe è la forma
e trasforma, chissà,
l'ineguale.
Vedere e guardare
parole diverse,
poetare
come i pastori erranti,
vagare
nel nulla,
scrivere che è il tutto,
poi dire il contrario.
Convincere,
convincersi,
negare
il limite in una parola,
di una parola,
che resta scritta,
già detta,
non detta,
incompresa,
compresa nel testo
non scritto,
diffusa nel tempo del sempre,
del mai.
Talvota sentire,
dissentire
di fronte al silenzio
che esiste,
se esiste,
che certo si sente.

(Dario Franco - 02/03/2015)





 Miserabile

Misero e grande e nullo:
variabili imprevedibili
di un fanciullo che oscilla,
come negli occhi la pupilla
che cerca ancora e ancora
non trova
le cose che forse non sono,
o che sono invisibili.
Non esiste ragione
per essere fiero
di un miserabile
essere immondo
che nel più profondo
dei cieli ricerca
se stesso,
pur non sapendo volare,
e non accetta natura
più vile
che lo vuole a strisciare
a contatto con melma
e con feci e senza armi
a tremare
tra le sottospeci
che non sanno accettare
la sconfitta
e il morire.

(Dario Franco - 20/02/2015)






Credi pure che sia così

Credi pure che sia così,
credici senza riserve
dopotutto la fede
è l'alternativa al nulla
per chi non coglie il tutto.

Preferire un niente immobile
a un niente che si muove,
evitare di muoversi
per non cadere,
evitare di esistere
per non perire.

E rimane sempre tutto uguale
perché non è.

(Dario Franco - 18/02/2015)






Autunno rendese

L'albero che colora il viale,
quotidiano compagno di sventura,
regala all'animo una quiete.
Muore la natura.

Lo trapassano genti distratte,

non si accorgono neanche
di uomini simili a foglie
che cadono stanche.

L'autunno precede la morte,
ogni cosa rinuncia alla vita,

ogni foglia sbiadita all'inverno
fa cosa gradita.

Ma nulla mi rende più lieto
del colore di un viale morente,
un attimo di eterna meraviglia,
poi niente.

(Dario Franco - 07/11/2014)

 




Prova a sognare, tu che inventi

Prova a sognare, tu che inventi,
tu che rendi la vita incerta
e vera; Uomo dai  grandi intenti
lascia una porta aperta

alla primavera, che coi suoi venti
scioglie la bianca coperta
d'inverno e che i prati adiacenti
lascino di un fiore una scoperta.


(Dario Franco - 07/03/2014)






Normalità

Per esistere é data la norma.
Non fidatevi, normali,
che siate nel giusto è presunto.
Nulla vi rende ragione,
se non voi stessi.
Voi che create la regola
siete solo schiavi
del nulla
che avete creato.

(Dario Franco - 10/07/2014)




L'eterno in frantumi


L'eterno in frantumi,
di tempo vestiti,
tsunami d'istanti,
distanti o uniti.

Attenti a brillare,
a spiccare soltanto,
distratti che tanto
si brilla un momento.

Potenti nel buio
dei sogni notturni,
di passo in ripasso
a rincorrere i giorni.

Son pochi? Son tanti?
Non è dato sapere.
Si posson contare,
dovranno accadere.

Cadranno in frantumi,
tornando all'istante.
L'eterno che il tutto
trascina nel niente.


(Dario Franco - 05/03/2014)





1 Febbraio 2014

Piove di notte sulle rovine,
gli dèi rivogliono il mondo,
l'acqua già riempie le cantine
con un ritmo furibondo.

Nevica su ogni vetta alpina,
tutto sta sotto una coltre
bianca, quasi pura, divina,
ricopre ogni cosa e oltre.

Poi d'improvviso la quiete,
ogni cosa ritorna normale:
è il tutto sempre uguale 
che si ripete.


(Dario Franco - 03/02/2014)





Ci sono, nell'ora mattutina

Ci sono, nell'ora mattutina,
tra gli sterpi e gli orti,
gocce gelate, bianca brina,

che appena agli occhi balza
il sole, coi suoi raggi incerti,
già la scioglie e si innalza

una fitta nebbia grigia,
che sui corpi si adagia.

(Dario Franco - 01/02/2014)




Senza tempo

Il mare non ha tempo,
è immobile nel moto,
incontenibile ed eterno,
presente e remoto.

Quasi non lascia scampo
quel fascino d'immenso,
d'estate come d'inverno
non dà spazio a un senso.

Solo di fronte al mare
puoi conoscere te stesso
come un infinitesimo,
un dettaglio omesso.

La mente vuol navigare
e pronuncia dalla sua cella
parole d'incantesimo
che il mare cancella.


(Dario Franco - 27/01/2014)




Riflessi


Altro da me, dall'io che posseggo,
lo specchio vecchio in cui mi leggo.
Altro da lui, che altro da lui riflette,
il corpo, cui di fronte stette.

Ammette, questo sinolo di carne,
la via del non ritorno, 
intorno ad illusioni scarne.
Non riflette quel sinolo di vetro
che riflette l'Io che legge tetro.

Sono i riflessi ammessi dall'Io
a metà tra il vetro e l'oblio.

(Dario Franco)





Sono

Sono,
forse non quest'uomo,
forse nemmeno un altro,
forse nessuno e forse entrambi,
forse tutti.

Ma sono di certo.
sono l'indicibile,
l'inconoscibile.
Sono uno che pensa di essere
inconfutabile.

Sono ed esisto di certo,
questo l'ho scoperto.
Sono e l'ho sentito,
sono un libro aperto,
sgualcito.

Ma la lingua mi è ignota,
le parole oscure.
Sono solo l'eco
di ciò che non conosco,
delle mie paure.


(Dario Franco - 20/01/2014)



Infinito

Ho sognato di correre via
sulle ali del vento.
Un sussurro di malinconia
come un dolce lamento.

Prego ancora che arrivi il libeccio,
o la tramontana,
che in un torrido o gelido abbraccio
giunga in terra lontana.

Ho sognato di vedere l'infinito
da uno spiraglio.
Che sia pure poco gradito,
ma non un abbaglio.

Penso ancora di poterlo trovare
il confine del mondo.
Credo ancora di poterlo ammirare
con in vento viaggiando.

Perché io sono pioggia
e prima di lasciarmi cadere
voglio volare
finché il vento mi trattiene.
(Dario Franco - 20/01/2014)




Avrei voluto

Avrei voluto vedere i tuoi occhi
quando erano ancora vuoti,
privi di lacrime, secchi,
prima che fossero noti.

Avrei voluto vederli asciutti,
prima che assorbissero il mare,
quando ancora non erano afflitti
da un abisso in cui sbagliare.

Avrei voluto guardarne il colore
senza il riflesso del mondo,
con solo la luce e il calore
di un corpo fermo, vagabondo.

Avrei voluto, ma ormai non posso,
il tempo mi è stato nemico.
Posso solo godermi il tuo sguardo
dal tempo abbellito.

(Dario Franco - 29/09/2013)





Io, padre di Dio


Io, padre di Dio
Io figlio di un padre
Lui dell'Io
Io vivo nel mondo
Lui nel mio
Io la luce del sole
Lui l'oblio
Io legato al "buongiorno"
Lui all' "addio"

(Dario Franco)







Uguali nel buio

O figli di una terra amata:
l'Africa nera, a sud del Pianeta.
Quanti ancora dovranno morire
prima che capiate come volare?

Compagni come il vento col vuoto,
cui il mare solo mostra l'ignoto.
Un fato che già odora di morte
vi unisce ora contro la sorte.

Gemelli nel viso come nel sale,
che ha reso ogni sorriso uguale,
su tutti si legge una sentenza:
corpo che negli abissi avanza.

Avanza di peso e non di voglia,
danza come se fosse una foglia
che il vento trascina impotente,
finché non ne rimane che un niente.

E cade un'altra foglia, veloce,
nel mare, dove il vento non nuoce.
Odora già di morte e di sale,
affonda nel buio, si fa uguale.


(Dario Franco 05/12/2013)





Niente 

Niente da fare in questo mondo,
in fondo niente c'è da fare.
Niente legami con il mondo,
in fondo non c'è niente da legare

Niente parole con un senso,
non penso ci sia niente da dire.
Niente che non sia un nonsenso,
un denso niente da impazzire.

Niente, come niente è tutto
e tutto è in fondo un niente.
Niente, come un mare asciutto,
un tutto che da sempre mente.

Niente, come il silenzio, la vita.
Niente, come una donna amata.
Niente, come un respiro,
un sospiro, un niente.

(Dario Franco 16/03/2013)




Vano coraggio

Stupidi regnanti e sciocchi
uomini che li fanno parlare
serpenti di grasso e parole
maschere belle per gli occhi

finti colori e ritocchi
su troppi simboli strani
ideali rimasti vani
tra le lancette e i rintocchi

Tarocchi di un mondo ineguale
un insensato vivere fioco
di una vita fatta passare
per un assurdo e bel gioco

grandi spine trafiggono membra
muore chi le tocca con mano
sembra non sia mai esistito
coraggio più vano


(Dario Franco - 24/09/2013)




Calabria


Sei in Europa sulle carte
e in Italia se conviene
dall'aspetto sembri Marte:
terra senza neanche un seme

Ma trasudi meraviglia
in quell'angolo di mondo
dove il sole caldo abbaglia
e ti scalda fino in fondo

Terra mia, mio amato sole
chissà cosa vorrei dirti
tra un miliardo di parole
in silenzio, ad occhi aperti

lascia ch'io stia qui a sentire
i tuoi odori, i tuoi affetti
hai i sapori del fuggire
ma sei ciò che mai ti aspetti.


(Dario Franco - 10/11/2013)





Tornare a cadere

Vi guardo, innocenti
e folli e ingenuamente
stringo i denti 
e umanamente
chiedo: "Senti?"
Ascolta, la vita
fra poco è finita
l'hai goduta?
l'hai vissuta?
E' arrivata l'estate
non è più primavera
il sole è ormai alto
non gli resta che svoltare
e tornare a cadere

(Dario Franco - 13/12/2013)





L'ultimo sussurro d'aria sento

L'ultimo sussurro d'aria sento
nel cielo volano ali nere
occhi fugaci scrutano il vento
Conoscono gli odori del cadere

Anni di pietra, giorni di terra
vite intere di mare in tempesta
istanti di fuoco, momenti di guerra
è già stanca, è di piombo la testa

L'anima, l'aria, il respiro fugace
mi spinge ora più presto a sentire
il grido assordante di chi mentre tace
è destinato a morire

(Dario Franco - 03/11/2013)





Abiura

Ruotano lancette nelle carni
Eterni istanti di paura
la dura sete dei notturni
adorni di odori e di cura

già si fa un'increspatura
Crono ormai ne conta i giorni
le dà una forma di fessura
e la doratura nei contorni

Adesso aspetto che ritorni
la giovinezza bella e pura
ma sento già nelle mie carni
come la sua promessa abiura

(Dario Franco - 27/09/2013)





Autunno

Piove, muoiono le api
quante gocce d'acqua cadute
quante ne abbiamo vedute
morte anch'esse tra le rupi

Piove ancora, rinascono le lumache
dopo il sonno eterno d'estate
risalgono ora le terre infangate
come ubriache

(Dario Franco - 06/10/2013)





Scarti d'umanità

Nella terra dell'incertezza
terra di fertilità
sogni infranti d'amarezza
chiaroscuri di pietà

Pochi semi tra le erbacce
gli altri a mucchi qua e là
di concime poche tracce
scarti d'umanità

(Dario Franco - dicembre 2012)





Trascinati dal vento


Sabbia di mare tra le dita
granelli di vita tra le mani
il vento li ruba al vento
per donarli al domani

Sassi ammassati a mucchi
negli occhi e nelle vene
i passi vanno a rilento
se il vento li trattiene

Cambia direzione il vento
e da lento si fa forte
trascina sabbia e sassi
in traiettorie contorte

Va veloce e ride il vento
e intanto decide la sorte
di sabbia e sassi condannati
a morte

(Dario Franco - 21-02-2013)





Vite a rintocchi

Battiti di un cuore vagabondo
Segnano i rintocchi del ricordo
Svegliano lo sguardo sordo
Di un umile, di un moribondo

E intanto la vita scorre tenue
E nulla s'impara mai dal niente
Rimane lo scivolare errante
Di menti illuse, ingenue

(Dario Franco - 23/01/2013)





Rumori muti


Vestiti di rumore
spogliati dal silenzio
ubriachi d'amore
e d'assenzio.

Rincorsi dal passato
memoria del presente
rimane per domani
il niente.

Rimane del rumore
lo straccio consumato
che già si fa dolore
muto

(Dario Franco - 18/01/13)





LA NOTTE


Cantano le civette,
la notte,
le vite si assopiscono
distese
come morte.
La luna è lì che osserva,
la notte,
gli aliti di vita
che sfidano
la sorte.

(Dario Franco)





Autunno e inverno

Che belli i gabbiani d’inverno
Quando volano soltanto bassi
Quando nascosti tra i sassi
Sfidano il vento ogni giorno

Che belle le foglie in autunno
Che sui rami non sanno restare
che imparano bene a cadere
nei giorni più grigi dell’anno

Che bello il calore d’inverno
Seduti davanti al camino
La testa poggiata al cuscino
Scaldati dal grembo materno.

Che bello d’autunno anche il mare
Con l’onda che trascina a fondo
Col cielo che si unisce al mondo
E la brezza da accarezzare.

(Dario Franco)








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