Qui il testo:
FIGLI DI SATURNO
(Dario Franco)
Dal basso di strade affollate e viali asfaltati
Osservo la meraviglia dei cieli stellati
Mi pongo folli domande sul mondo e i pianeti
Che sono il riflesso di tempi ormai trapassati
Le nuvole coprono il cielo e, a sua volta, questo
Fungendo da Velo di
Maja copre tutto il resto
Mostrando alla vista dell’uomo un azzurro beato
Che appena non guardi più in alto sei stato ingannato
Sarà l’universo lontano e per questo diverso
Da questa biosfera che domina l’uomo e sé stesso
Saranno poi gli astri garanti del nostro destino
O sarà poi questo un fenomeno del tutto umano?
Diceva Ippocrate che con in quattro elementi
Si fossero formate degli uomini i corpi e le menti
Se domina l’aria va bene e con l’acqua è una flemma
Si nasce geniali se è terra, ma non con la fiamma
Rispose Aristotele: “Né acqua, né terra, né fuoco
Qui sono i pianeti a dirigere questo eterno gioco
E se Marte e Giove ti fanno guerriero e gioviale
Mercurio non può che volerti malinconico e geniale”
Ficino, di contro, evitando ogni confusione
Premuroso ha corretto Aristotele con attenzione:
“non è più Mercurio a formare una mente geniale
Ma è Saturno a esserne causa, nel bene e nel male”
Rit:
E allora, senza girarci troppo intorno
Sembra ovvio che siamo figli di Saturno
E ancora sospeso qui tra i miei pensieri
Oggi più di ieri vivo per qualsiasi cosa sia
Dal basso di strade affollate e viali asfaltati
Osservo la meraviglia dei cieli stellati
Mi pongo folli domande sul mondo e i pianeti
Che sono il riflesso di tempi ormai trapassati
Chissà se Saturno dall’alto influenza davvero
Anche solo forse per gioco un po’ il mio pensiero
Sarà per genio o solo per malinconia
Ma Saturno e lì e non andrà mai via