lunedì 30 gennaio 2012

IL FOLLE VOLO (Inferno XXVI)

Una mia canzone dedicata alla divina commedia:


Un dialogo inventato tra Dante e Virgilio...con un Dante un po' ruffiano e impaurito e un Virgilio saggio che descrive in poche parole i reali significati della Divina Commedia.


BUON ASCOLTO



Eccovi il testo:

Dante:
Mi chiamo Dante
sono nato uno ieri di trent'anni fa
e mal volentieri mi ritrovo bloccato qua
in questa selva oscura,
 tra una lupa e una lonza più in là
e sento la paura
e non so perchè sono qua.
Mi incammino in un viaggio, è un inferno,
chissà dove mi porterà.
Spero solo non duri in eterno
e che qualcuno mi aiuterà.

Virgilio:
Mio caro amico,
io so bene perchè tu sei qui,
tu sei ancora vivo
e dai vivi venisti fin qui
tra noi dannati
a scoprire a che pene all'inferno
ci ha condannati
quel Dio che tu preghi in eterno

Dante:
Caro maestro, Virgilio, sei tu?!
Riconosco i tuoi versi cantati.
Per la vita mia, ti confesso
che quei canti io li ho sempre amati.
Ma dimmi un po'
come puoi esser qui tra i dannati?
Sei poeta tu,
che come te non si son mai veduti.

Virgilio:
Vedi caro amico, se son qui tu l'hai voluto;
Questo è l'inferno tuo e tutto questo tu l'hai creato.
Ma se il tuo paradiso l'hai voluto cristiano
tocca allora l'inferno a chi come me nacque pagano
Io sono qui perchè tu sai che amavo Era
e che a Zeus mostravo una devozione vera
ma tu che sei cristiano, se la mia poesia hai amato
l'amasti troppo poco, perchè mi hai condannato.

Dante:
 Caro maestro, te lo giuro, non so che cosa sia
codesto luogo oscuro, ma non è opera mia
non ti avrei mai voluto né nel limbo ne all'inferno
ma a cantar ti avrei portato per il ciel del padre eterno
Ma ora guidami ti prego
non lasciarmi qui in sventura
guida come fa un maestro
se il suo allievo ha paura.
Guidami perchè io fugga questo amaro loco
mi proteggerà il tuo canto dal bruciarmi con il fuoco.

Virgilio:
Caro amico, stai tranquillo,
io son qui perchè è cristiano
chi ha creato questo loco,
ma se fosse un pagano
ad averlo sì deciso
ora al posto del cristiano
io starei in paradiso.
Io ti guiderò lontano
fino a dove mi hai permesso
ma nel regno del tuo Dio
a me entrar non è concesso.
Lì ti guiderà colei
che di nome fa Beatrice
tu l'amasti tanto in vita
e il tuo amor la benedice.
Per te lei è la madonna
che del cielo ha il diritto,
La chiamasti la tua donna
per il cuor che ti batte in petto,
rappresenta la purezza
col suo corpo ancora pio
che se non l'avesti in vita
può esser solo accanto a Dio.
Ma per arrivare a lei
e al suo amor che è il paradiso
devi fare tanta strada
è il tuo cuor che l'ha deciso.
Dopo questo luogo infausto
che ha le anime dannate
ti tocca prima un altro posto
dove le anime son purgate.

Dante:
Caro maestro non capisco come possa esser mio
il giudizio che il tuo canto non sia degno del mio Dio
ma ora dimmi, te ne prego, come mai quel bel sorriso
di Beatrice, ancora in vita, è già lì nel paradiso?
Non sopporterei di perdere la speranza del suo amore
la mia anima morrebbe per un così gran dolore
la mia vita in un nonsenso credo che trasformerei
e persino del mio Dio la bontà dubiterei.

Virgilio:
Caro amico, stai tranquillo, non temere tutto questo
che il tuo amore è ancora in vita e lo rivedrai presto.
Ma ora ascoltami, ti prego, è importante che io ti dica
cosa sia codesto mondo e lo capirai a fatica.
Questo è il mondo che hai sognato, che da vivo hai immaginato
e chiunque tu vi incontri solo tu ce l'hai voluto.
E se all'inferno hai mandato chi già in vita hai condannato
il paradiso rappresenta ciò che più tu hai amato.
È per questo che il tuo Dio fa da Re nel paradiso
e che per regina hai scelto chi per te ha il più bel sorriso.